Podcast, il mistero della morte di Luigi Tenco raccontato da Carlo Lucarelli | Radio Capital

2023-02-22 18:07:09 By : Mr. Lester Choo

Carlo Lucarelli racconta la storia di Luigi Tenco e della sua morte, avvenuta a soli 28 anni durante il Festival di Sanremo nel 1967, nel podcast di OnePodcast Dee Giallo Story.

Se Luigi Tenco fosse nato negli Stati Uniti, o anche solo in Inghilterra o in Francia, sarebbe stato sicuramente una star. Perché era bello e dotato di un fascino tenebroso e maledetto e soprattutto perché era bravo, un genio e un poeta.

Invece Tenco nasce in un’Italia ancora quasi ignara del ’68 in arrivo e che gli aveva decretato a fatica un successo di culto. Scrive canzoni bellissime che affrontano tantissimi temi, dall’amore alla politica, alla vita, all’esistenza e sono canzoni inquiete e tormentate, di una malinconia disperata e anche di un’ironia graffiante.

Per esempio scrive “Vedrai, vedrai” che è dedicata a sua madre, ma potrebbe essere dedicata a chiunque. Una canzone che allo stesso tempo riesce ad essere una canzone di speranza, ma anche di disperazione.

Vedrai, vedrai non sono finiti, sai non so dirti come e quando ma vedrai che cambierà…

Luigi Tenco muore in circostanze che, a lungo, sono state considerate misteriose. Tutto succede nella sua camera d’albergo, nella notte tra il 26 e il 27 gennaio del 1967 a Sanremo, durante il Festival. A trovarlo, nella stanza 219 dell’Hotel Savoy è un’altra cantante, Dalida, una cantante francese molto nota che quella sera, insieme a lui, aveva cantato la canzone che portavano in gara “Ciao amore, ciao“.

Sono passate da poco le due di notte e Dalida è andata in camera di Tenco per sapere come sta, perché la loro canzone era stata eliminata dalla competizione e Luigi era rimasto quasi scioccato dall’esclusione. La porta è socchiusa, ci sono le chiavi ancora fuori nella serratura, Dalida la apre e vede Tenco riverso a terra. Allora si attacca al telefono per chiamare aiuto, lo abbraccia e si mette ad urlare. Quando comincia ad arrivare gente, lei corre fuori dalla stanza con i vestiti sporchi di sangue.  C’è Lucio Dalla nella stanza vicina, che scende nella hall e comincia a raccontare a tutti che “è successo qualcosa a Tenco”.

Il commissario Arrigo Molinari della Polizia di Stato arriva verso le 3 del mattino insieme ad altri agenti e al medico legale. Tenco è morto per un colpo di pistola alla testa ed è evidente, scrive Molinari nella sua relazione, “la posizione assunta dal cadavere come conseguenza di ferita d’arma da fuoco a scopo di suicidio”. L’arma è una piccola Walter PPK calibro 765. Poi c’è anche un biglietto sul tavolino della camera, scritto sulla carta intestata dell’albergo e la calligrafia viene riconosciuta come quella di Tenco. Le parole scritte sono proprio le parole di un suicida:

“Ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente 5 anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io tu e le rose” in finale e a una commissione che seleziona “La rivoluzione”. Spero serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao, Luigi”

Il caso di suicidio è molto chiaro e la procura chiude ufficialmente l’inchiesta il 24 giugno dello stesso anno. Probabilmente è davvero un suicidio, però ci sono molte cose che non tornano nelle ultime ore della vita di Tenco e ci sono molti dubbi che hanno continuato a girare nella testa della gente.

Quella sera il cantautore era dietro le quinte, terrorizzato, ha sempre avuto la fobia del pubblico. Una dose di Pronox (un ansiolitico piuttosto forte), un’intera bottiglia di grappa e la spinta proprio fisica di Mike Bongiorno, riescono a farlo andare sul palco. Canta la sua canzone e la canta male. “Ciao amore, ciao” prende solo 38 voti sui 900 della giuria popolare, lui ci rimane malissimo, non va neanche a cena e guida come un pazzo dritto verso l’albergo.

E lì poi cosa è successo? Ha chiamato Valeria, una ragazza che ama da sempre, raccontandole tutto? Ma non era fidanzato con Dalida, come sostenevano i rotocalchi?

Ascolta il podcast di Carlo Lucarelli!