Piano Bar : Torniamo a parlare di Oro fisico 5/5 - LombardReport.com

2023-02-22 18:35:12 By : Ms. Alice Miao

Con questo articolo completiamo il refresh sull’oro fisico, sperando che questo restyling di vecchi articoli ripresi e aggiornati ai giorni nostri, possa tornare utile ai nostri lettori, soprattutto quelli più giovani che non erano con noi nel lontano 2009 quando l’oro ruppe la soglia psicologica dei 1000$/Onz. In quest'ultima parte affrontiamo quindi tre aspetti ineludibili che riguardano il dove comprare oro, dove conservarlo e cosa c'è da sapere sulla fiscalità legata all'oro per non incappare in problemi con l'agenzia delle entrate. 

Quando si parla di acquistare oro, la classica domanda che ti fanno quasi subito  è: ma dove devo andare per comprare oro?

Per comprare oro non c’è che l’imbarazzo della scelta, ma andiamo con ordine:

1) Sul sito della banca d’Italia è possibile scaricare l’elenco degli operatori professionali in oro in formato PDF o CSV (ce ne sono oltre 600).

https://infostat.bancaditalia.it/GIAVAInquiry-public/oro.html

Se avete un minimo di conoscenze di excel è preferibile scaricare il file CSV per importarlo in Excel con il menu Dati/Da Testo/ impostando nella maschera di controllo campi delimitati,  come carattere di delimitazione il “;”.

Il motivo è che una volta caricato il foglio excel potrete facilmente ordinare l’elenco sulla colonna o le colonne che vi fanno più comodo (per esempio per provincia/citta/cap). Diversamente se scaricate il PDF avrete l’elenco ordinato per denominazione  vale a dire in ordine alfabetico di ragione sociale che non è il massimo della comodità.

2) Le banche lo hanno sempre fatto ma a un certo punto per alcuni decenni nessuna banca trattava più oro con i loro clienti. Mi risulta che negli ultimi anni diverse banche abbiano riaperto ai loro clienti la possibilità di comprare e rivendere oro. La prima volta che vi recate presso la vostra banca provate a chiedere informazioni. Sul sito di Italpreziosi ad esempio c’è un elenco di banche suddiviso per regione che dal 2012 hanno firmato una convenzione col banco metalli per consentire ai loro clienti di  comprare lingotti, ma mi risulta che altre banche come Unicredit, Intesa, BPER ed altre ancora, offrano iniziative similari.

3) Almeno una volta all’anno nelle principali città italiane ci sono dei convegni numismatici a cui partecipano anche commercianti importanti. Anche questa può essere l’occasione per acquistare delle monete d’oro e volendo d’argento anche se l’argento non è  oggetto della nostra trattazione. Su questo sito potete verificare il calendario 2023 con luoghi e date dei convegni:

Ovviamente non è possibile citarli tutti, ma giusto per fornire qualche indicazione segnalo alcuni siti da navigare e consultare anche in funzione di cosa volete acquistare. Non fermatevi mai su un unico sito, perché i prezzi possono cambiare a volte di poco a volte in maniera sensibile a seconda della giacenza che ha in casa il fornitore e del suo sentiment del mercato sull’andamento futuro dell’oro.

Di seguito un elenco di siti italiani e stranieri presso cui potete comprare monete, lingotti o combibar:

http://www.italpreziosi.it/it/

https://suissegold.com/home.php

https://www.coininvest.com/it/

Alcuni sono più specializzati in monete altri in lingotti  e combibar.

Italpreziosi ad esempio, è un vero e proprio banco metalli ad Arezzo e fornisce di lingotti tutta una serie di banche che trovate navigando nelle pagine del sito.

Confinvest è una nostra vecchia conoscenza. Comprammo alcune sterline nel 2009 per valutare il servizio, poi ci feci sopra un articolo evidenziando i punti forti. All’epoca in verità andò tutto molto bene e di difetti non ne trovammo assolutamente. Confinvest ha sede a Milano ed è l’azienda che ogni giorno fornisce le quotazioni delle monete d’oro al Sole 24 ore. E’ anche la società che fornisce i famosi gettoni d’oro ai programmi televisivi in cui si possono vincere soldi. Nel 2009 non era ancora approdata in borsa ma ora è quotata e rispetto ad allora fornisce servizi ulteriori che un tempo faceva solo qualcuno all’estero.

- acquistare oro e farvelo consegnare a casa

Poi ripeto se fate qualche ricerca con google sicuramente ne troverete diversi altri.

Sui siti svizzeri viene proposto in prima battuta il prezzo in Franchi Svizzeri (CHF) ma da qualche parte c’è il pulsantino o la casella di spunta per modificare la valuta in Euro ed ottenere quindi i prezzi in euro.

L’importante è non avere fretta. Guardate qualche partita o film in meno e prendetevi il tempo per girare dentro alle pagine di questi siti e capire quello che potete e non potete fare su ciascuno. Anche nel caso dei siti online troverete siti che hanno magari il prezzo più conveniente per acquistare sterline, ma magari sono più cari sui Kruggerand o sulle Combibar. Quindi evitate di comprare sempre in un solo posto e guardate di volta in volta dove c’è il prezzo migliore. Anche il commerciante regola i prezzi in base alle sue giacenze, in base al prezzo medio di carico, e al suo sentiment di mercato per i prossimi mesi.

Quando comprate online, se decidete di pagare con carta di credito, usate una carta prepagata che caricate due minuti prima per l’importo che vi serve. Oppure pagate con bonifico e siete tranquilli. Fatto l’ordine vi arriva la conferma d’ordine e se non avete già pagato, vi daranno gli estremi bancari necessari per fare il bonifico.  Nel momento in cui ricevono il bonifico approntano la spedizione. Se volete accelerare i tempi, fatto il bonifico mandategli una mail con allegato copia del bonifico effettuato.  La consegna a seconda dei vari fornitori potrà avvenire o direttamente all’indirizzo che avete fornito, via posta o corriere assicurati oppure come fanno alcuni presso la Tabaccheria o il punto mail-box più vicini all’indirizzo che gli avete dato.  Intercoins ad esempio la scorsa estate mi ha recapitato la merce da un tabaccaio che dista circa 1 Km da casa mia. Via mail mi ha spedito le istruzioni e il codice della spedizione da dare al tabaccaio insieme a un documento di identità per effettuare il ritiro. Molto comodo perché in questo modo non è necessario che siate a casa. Ovviamente se acquistate all’estero c’è qualche problema in più che rimando sotto dove tratto gli aspetti fiscali.

L’ultimo consiglio che mi sento di dare è di non acquistare mai tutto in un’unica soluzione.

Fissatevi un target finale da raggiungere (es. 50.000€) e dopo iniziate acquistando un primo lotto da 4-5 mila euro e fermatevi. Quando, facendo trading o altre attività, avrete guadagnato almeno la metà del valore del lotto acquistato (2000-2500 euro) allora procederete acquistando il secondo lotto e così via. In questo modo, arriverete alla fine con un piccolo tesoretto dove su ogni lotto di acquisto avete già abbattuto di un 50% o più il vostro costo di acquisto e questo vi consentirà di dormire tranquilli. In altre parole dovete cercare di avere in casa oro a un prezzo di carico non superiore al 50% del suo valore di mercato e questo vi permetterà di restare coperti anche durante una fase ribassista pesante.

Altra domanda delle 7 pistole : dove lo metto?

Allora, premesso che non esiste la soluzione perfetta che presenti solo dei pro senza nessun contro, alla fine le possibilità sono sostanzialmente tre:

- Facilmente accessibile al bisogno. 

- Indipendenza da terzi: non dovete fare affidamento su una banca o un’azienda per proteggere i vostri preziosi

     Svantaggi:

Infine, se optate per la custodia in casa, ma anche negli altri casi cercate di evitare errori marchiani quali:

Una possibilità che rispetta la regola del “mai tutte le uova in una sola cesta” potrebbe essere quella di suddividere l’oro posseduto sfruttando tutte e tre le soluzioni indicate, poi ognuno farà le sue considerazioni. Personalmente l’acquisto all’estero con deposito all’estero non mi appassiona più di tanto e ancora meno quelle piattaforme estere dove devi anche aprire un conto da loro per poter acquistare e mettere in deposito. Innanzi tutto per le complicazioni fiscali perché in questo caso dovete fare l’RW sia per il conto aperto all’estero sia per l’oro detenuto.  E poi perché se quell’azienda dovesse fallire o sparire, sparirebbero in un colpo solo, sia i soldi  che l’oro. Se si rimane in Italia è sicuramente più semplice. Quanto al tenerlo in casa, certamente eviterei quantitativi importanti; se proprio volete tenerne un po’ a portata di mano, che sia solo un piccolo quantitativo che se vi viene rubato non vi porti in rovina.

E’ l’ultimo aspetto, ma certamente non è ultimo per importanza. Tenete poi presente che io non sono un fiscalista quindi vi dico quel poco che so, poi se avete situazioni particolari quando andrete a fare la denuncia dei redditi ve la vedrete con chi ha la competenza necessaria.

Iniziamo col dire che il possesso di oro da investimento, lingotti e monete, e la compravendita di essi sono regolamentati dalla Legge n° 7 del 17 Gennaio 2000 che adegua la legislazione italiana alla norma europea che consente l’acquisto e la vendita di oro da   investimento esente da IVA. (cosa che non esiste per l’argento)

L’ho già detto e lo ripeto per Oro da Investimento si considerano lingotti o combibar e monete con un contenuto di oro di almeno 900 millesimi. Tutto il resto viaggia con le regole dell’oro da oreficeria (detto oro usato).

Iniziamo dal caso in cui l’oro viene acquistato e mantenuto in Italia pagato con soldi depositati in Italia.

In questo caso non ci sono tasse né sull’acquisto nè sul possesso di oro fisico.

L’unico adempimento che NON SPETTA A VOI ma al venditore, è di segnalare all’UIF entro la fine del mese successivo tutto le compravendite di oro di valore pari o superiore a 12.500 euro.  L’UIF sarebbe la famosa Unità di Informazione Finanziaria che è stata istituita presso la Banca d’Italia dal d.lgs. n.231/2007, in conformità a regole e criteri internazionali che prevedono la presenza in ciascuno stato di financial intelligence Unit (FIU) dotate di piena autonomia operativa e gestionale ed è l’autorità centrale antiriciclaggio con funzioni specifiche di prevenzione del riciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo. Si tratta di una segnalazione come quella che è tenuta a fare la vostra banca se vi recate allo sportello a prelevare contante per un importo pari o superiore a 10.000 euro. Inoltre ricordatevi anche che gli operatori professionali sono tenuti, ogni mese, a comunicare all’Agenzia delle Entrate tutte le vendite di oro effettuate sia che si tratti di pochi euro, sia che si tratti di milioni di euro per cui delle fatture che ricevete rimane comunque sempre traccia.

La tassazione scatterà solamente nel momento in cui doveste rivendere quell’oro ottenendo una plusvalenza. Detta plusvalenza va indicata in denuncia dei redditi compilando il quadro RT della sezione II del modello denominato “Redditi Persone Fisiche”. L’imposta è sempre del 26% come per le azioni ed altri strumenti finanziari. Se invece risultasse una minusvalenza la potrete portare in detrazione nei 4 anni successivi.

Se quando rivendete, non siete in grado di presentare la fattura di acquisto necessaria per determinare la plusvalenza, perché magari l’avevate acquistato tanti anni fa ed è andata persa, oppure l’avevate acquistato da un privato (fra collezionisti di monete sono frequenti scambi o baratti o acquisti di monete pagate in parte con contanti e in parte con altre monete che potrebbero essere una sterlina o un marengo) o ancora svuotando la casa della nonna deceduta, trovate tre o quattro sterline in fondo a un cassetto, in tutti questi casi in cui effettivamente non è disponibile la fattura, allora il fisco assume che quell’oro che avete venduto, lo abbiate pagato il 25% in meno e quindi che di fatto abbiate contratto una plusvalenza del 25%. In questo caso in sede di denuncia dei redditi dovrete indicare nel quadro RT come plusvalenza questo 25% e su quell’importo pagare il 26% di tasse.

Prima che mi scriviate vediamo anche il caso in cui l’oro che avete via sia arrivato in eredità da un testamento o direttamente per successione.

La presenza di oro da investimento nell’attivo ereditario fa scattare l’obbligo degli eredi, in fase di compilazione della dichiarazione di successione, di tenere conto dell’imposta sulle donazioni e sulle successioni.

Infatti l’articolo 2, commi dal 24 al 54 del D.L 3 Ottobre 2006 n.262 ha reintrodotto le imposte di successione e l’obbligo di presentare una dichiarazione di successione.

Detta imposta cambia a seconda del grado di parentela:

In tutti i casi il valore indicato nella dichiarazione di successione diventerà il “costo fiscale di acquisto” dell’erede al fine del calcolo della plusvalenza dell’erede, su cui pagare il capital gain nel momento in cui questo oro sarà venduto.

Del resto anche se il de cuius avesse conservato la/le fattura/e di acquisto, l’erede al momento della vendita non può usare una fattura non intestata a lui per dimostrare che magari la plusvalenza sarebbe minore, per cui, pagata la tassa di successione, quell’oro diventa suo al prezzo di carico pari al valore ereditato indicato sulla dichiarazione di successione. In casi particolari si potrebbe far valere la fattura di acquisto qualora si trattasse di lingotti abbastanza grossi su cui è stampato un n°di serie a condizione che il numero di serie sia indicato anche sulla fattura etc.etc. Se ereditate monete d’oro il prezzo di acquisto sarà quello indicato sulla dichiarazione di successione.

Naturalmente, va da sé che l’erede NON è obbligato a vendere l’oro ereditato. Può benissimo conservarlo per passarlo magari ai figli o ai nipoti e in questo caso tutto finisce con l’imposta di successione.

Chi ha acquistato oro molti anni indietro quando costava molto meno del valore attuale, trovandosi a vendere potrebbe trovarsi nella situazione in cui pur possedendo le fatture di acquisto non ha convenienza a mostrarle perché pagherebbe molto meno con la regola del 26% sul 25% del valore attuale.

Allora ricordatevi sempre che dall’altra parte non ci sono degli sprovveduti .

Poi può darsi che facciate i furbi e una volta vi vada bene, ma tenete comunque presente che anche in caso di smarrimento è sempre possibile richiedere una copia della fattura e che ormai tutte le fatture sono archiviate nel cassetto fiscale di ogni cittadino. Ormai anche gli acquisti di oro di piccolo importo vengono comunicati all’Agenzia delle Entrate, per cui ne esiste comunque traccia. Indicare o meno il costo di acquisto in presenza di fattura non è opzionale. E’ una norma disponibile per disincagliare i casi in cui la fattura non è realmente disponibile (es. oro ricevuto in regalo, o acquistato prima dell’entrata in vigore della legge 7/2000, o di fattura smarrita e non reperibile) e non per eludere le norme.  

Un’ultima cosa : nel caso vi siano più fatture di acquisto e non vendo tutto in un’unica soluzione come devo calcolare la plusvalenza?

La legge prevede che si proceda a LIFO (Last Input, First Output)

Il 20/02/2017 ho acquistato 10 once d’oro a 1.063$/Onz per un totale di 10.630 euro

Il 14/09/2018 acquisto altre 10 once d’oro a 1.161$/Onz per un totale di 11610 euro

Il 10/10/2019 acquisto 5 once d’oro a 1.500$/Onz per un totale di 7.500 euro

Il 15/06/2020 acquisto 5 once d’oro a 1.680$/Onz per un totale di 8.400 euro

Oggi vendo 13 once d’oro a 1924$/onz incassando 23.088€

Per il calcolo della plusvalenza partendo dall’ultima fattura che è la più recente (last input) vado indietro fino a valorizzare 12 once, quindi:

L’ultima fattura e la penultima entrano per intero e sono 10 once a 15.900 euro;

Poi devo aggiungere due once della terz’ultima fattura quindi 1.161 * 2 = 2.322€

Quindi : 15.900 + 2.322 = 18.222€ è il valore di acquisto delle 12 once.

23.088 – 18.222 = 4.866€ questa è la plusvalenza su cui andrete a pagare il 26%.

Ora fermo restando tutto quanto detto finora, dobbiamo vedere quali implicazioni si aggiungono se comprate oro all’estero.

Va detto innanzi tutto che un commerciante svizzero o tedesco non è obbligato a conoscere e seguire le normative italiane per cui se comprate all’estero oro per un importo pari o superiore a 12.500 euro, la segnalazione all’UIF la dovete fare voi sia che dall’estero portiate oro in Italia, sia che prendiate oro comprato in Italia per trasferirlo all’estero. Non solo, ma la dovete fare anticipatamente in modo che a un controllo doganale possiate dimostrare che l’UIF è stata informata.

Dove si può fare la segnalazione all’UIF?

Tipicamente o presso il vostro istituto di credito oppure presso un operatore professionale iscritto all’albo della Banca d’Italia. Ovviamente sono servizi a pagamento per cui informatevi anche sui costi. Uno dei siti che ho elencato (Oregold.it) chiede per questo servizio 100 euro + IVA ogni 50.000€ di valore in oro.

Quadro RW (monitoraggio, IVAFE, IVIE)

Il Quadro RW del modello dei redditi deve essere compilato da persone fisiche, società semplici ed enti non commerciali residenti in Italia per adempiere agli obblighi di monitoraggio fiscale su attività patrimoniali e finanziarie detenute all’estero e per il versamento delle imposte patrimoniali IVIE ed IVAFE.

L’IVIE è l’imposta sul valore degli immobili detenuti all’estero, mentre l’IVAFE è l’imposta sulle attività finanziarie detenute all’estero.

Premesso che la materia è complessa e le casistiche sono tante, e non mi metto certamente io a trattarle qua, dico subito  che l’IVIE non ci interessa, e per quel che riguarda l’IVAFE, l’articolo 9 della legge n.161/2014 ha modificato la base imponibile dell’IVAFE sostituendo nell’articolo 19, comma 18 del DL n 201/2011, la locuzione “attività finanziarie” con la più specifica “prodotti finanziari”. Conseguentemente dal 2014 l’IVAFE non deve più applicarsi sulle quote di società a responsabilità limitata e alle altre attività finanziarie che non scontano imposta di bollo in Italia. E in quest’ultimo caso ricadono ad esempio: f inanziamenti, contratti di associazione in partecipazione e cointeressenza, quote di società di persone, valute estere, metalli preziosi, azioni od obbligazioni non depositate in banca. Quindi anche il discorso IVAFE su oro depositato all’estero se ne va senza colpo ferire.

Tuttavia resta l’obbligo di compilazione del quadro RW al solo scopo di monitoraggio  (barrando la colonna 20 del quadro  dei righi da RW1 a RW5.

E qua possiamo mettere un primo paletto che è questo:

Il discorso si complica ulteriormente se quell’oro depositato all’estero è stato pagato da un c/c aperto magari precedentemente all’estero oppure aperto presso la stessa piattaforma su cui acquistate l’oro, perché allora oltre a quanto fin qua detto per l’oro, dovrete regolarizzare anche il conto corrente estero. E il possesso di un conto corrente estero deve essere oggetto di monitoraggio fiscale nel quadro RW e qualora il saldo giornaliero abbia superato la soglia dei 15.000 euro e la giacenza media abbia superato i 5.000 euro, allora dovete versare anche l’IVAFE. 

Se poi aveste pure un conto di cripto altre complicazioni ancora!..

Ripeto se vi avventurate in questi campi fatevi aiutare e spiegare bene tutto quello che c’è da fare da un addetto ai lavori (un bravo fiscalista o commercialista).

Io non sono un fiscalista ed ho solo cercato di fornirvi una traccia di massima sugli aspetti da considerare, in linea generale, ma poi quando si va sui singoli casi specifici, lì serve qualcuno in grado di gestire ogni dettaglio perché poi alla fine è quasi sempre nei dettagli che si nasconde il diavolo.

Sotto i link agli articoli precedenti della serie:

1/5 :   https://www.lombardreport.com/2023/1/18/previsioni-di-borsa-549/

2/5 :   https://www.lombardreport.com/2023/1/25/previsioni-di-borsa-553/

3/5 :   https://www.lombardreport.com/2023/2/1/previsioni-di-borsa-554/

4/5  : https://www.lombardreport.com/2023/2/8/previsioni-di-borsa-555/

Nonostante ciò, continuano le soddisfazioni sui nostri portafogli azionari.

Vi consigliamo di leggere attentamente la brochure per intraprendere meglio l'operatività delle varie strategie.

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