La chiave, il navigatore, la scatola nera... Tutte le tracce che lasciamo quando ci spostiamo con l’auto- Corriere.it

2023-02-22 18:18:01 By : Mr. William Wen

Un mezzo per spostarci, ma anche una fonte importante di informazioni: su dove siamo e dove andiamo, ma non solo. Attraverso il gps, la chiave, le videocamere e le app la nostra auto scopre e racconta molto di noi. Ecco cosa

Il latitante viene acciuffato e perquisito. Tra gli averi che ha indosso c’è la chiave elettronica di un’auto, il cui codice porta gli inquirenti prima al veicolo, poi al suo covo. È quanto accaduto a Matteo Messina Denaro, i cui spostamenti una volta ritrovata la vettura sono stati ricostruiti collegando il numero di targa alle immagini di varie telecamere di sorveglianza pubbliche. Perché nel momento stesso in cui saliamo su un’auto moderna cominciamo non solo a muoverci, ma anche a generare dati personali e a diffonderli anche via wi-fi, bluetooth, gps . Dati che possono essere raccolti e utilizzati per scopi tecnici o commerciali da Case automobilistiche, assicurazioni, distributori di carburanti, servizi di ricarica, forze dell’ordine. Prima di tutto, facciamo sapere dove ci troviamo e dove siamo stati, ma anche che tipo di guidatori siamo, che musica ascoltiamo, chi incontriamo sul nostro tragitto. Cedere informazioni su di noi è il prezzo che paghiamo per trovare facilmente una destinazione, aprire a distanza le portiere, tentare di evitare incidenti. Ecco, la questione è tutta qui, costi e benefici: a quanta privacy siamo disposti a rinunciare per la nostra sicurezza? Quanta per semplice pigrizia? Ecco in quanti modi diversi un’auto può raccontare i «fatti nostri» .

La chiave, i dati al suo interno sono personali

Non c’è dubbio che sia comodo poter controllare automaticamente e da remoto l’apertura delle portiere. Ma, se la chiave con chip finisce nelle mani sbagliate, il malfattore può avere accesso a nostri dati personali, come ha chiarito una recente sentenza. A luglio 2021 la Corte di Cassazione ha ritenuto che una chiave elettronica di un’auto è da considerarsi un dato personale . Se, infatti, una chiave meccanica può essere ricondotta a una serratura solamente in presenza della stessa, un dispositivo elettronico consente di risalire a un’auto specifica e da qui al nome del proprietario , per cui l’oggetto è da considerarsi contenere dati personali che vanno tutelati come dal regolamento europeo, General Data Protection Regulation.

Avere il Gps installato sulla propria auto ci consente di essere accompagnati a destinazione nel nostro viaggio, di raggiungere il distributore o la colonnina di ricarica in tempo utile e, in caso di furto, di recuperare o almeno individuare il nostro mezzo. Consente inoltre di risparmiare sulla polizza auto, poiché fornisce un supporto utile in caso di contenzioso dopo un sinistro stradale. D’altro canto ci rende a nostra volta localizzabili in tempo reale , ipoteticamente anche dal nostro datore di lavoro se guidiamo un’auto aziendale e c’è accordo tra le parti o dalla polizia. Inoltre, i localizzatori basati su tecnologia Gps, quando collegati al nostro smartphone, possono registrare tutti i percorsi e ricostruire tutti i tragitti compiuti durante un preciso lasso di tempo, come viene fatto per esempio dalle compagnie di noleggio auto.

La quantità di informazioni su di noi che possono passare attraverso l’auto si amplifica all’infinito nel momento in cui colleghiamo il telefono al sistema di infotainment: playlist musicali, foto private, pin e password? Se la nostra auto diventa vittima di un cyber attacco tutta la nostra vita digitale passa nelle mani degli hacker . Proprio come succede in casi di intrusione nel nostro computer o nel nostro smartphone.

Non tutti evidentemente accettano di buon grado l’invio continuo della propria posizione, dal momento che si può acquistare un jammer portatile per annullare il segnale Gps : alimentato da presa accendisigari, il device impedisce il tracciamento di autovetture con localizzatore satellitari e tracker.

La chiamata d’emergenza salvavita

I benefici sono stati considerati ben maggiori dei costi, quando si parla di chiamata di emergenza salvavita. Infatti, tutti i nuovi modelli di autovetture omologati per il mercato UE dopo il 31 marzo 2018 devono avere il sistema eCall come dotazione di serie. Le scatole telematiche rendono possibile, al costruttore, scaricare in tempo reale i dati di interesse . Il sistema che chiama automaticamente aiuto in caso di incidente spalanca la cassaforte di tutte le informazioni che ci riguardano ai soccorritori. Ma la contropartita è, per l’appunto, la vita.

Va nella stessa direzione il Regolamento europeo 2019/2144 che impone, a partire dal luglio scorso, l’adozione per tutti i veicoli nuovi della scatola nera, un dispositivo analogo a quello presente sugli aerei che consente di registrare i dati relativi al comportamento di un’auto e, quindi, di ricostruire dinamiche e responsabilità in caso di sinistro. La dash cam

Negli ultimi anni sono diventate piuttosto di moda le dash cam. Si tratta di telecamere compatte che si installano sul cruscotto o sul parabrezza delle auto per registrare quello che avviene in tempo reale sulla strada davanti a noi , sovrascrivendo i dati quando si raggiunge il limite di memoria, ma senza interrompere la ripresa. Questi video sono soggetti alle normative europee sulla privacy e la loro pubblicazione e condivisione è illegale se sono riconoscibili volti di persone e targhe di veicoli. In questo caso la questione diventa anche filosofica: «La mia libertà finisce dove comincia la vostra».

Un altro dispositivo che, come la dash cam, acquistiamo a parte e che si sposta con noi e la nostra auto è il Telepass. Anch’esso ci semplifica la vita, e nel frattempo ne tiene traccia . Le cronache raccontano di frequente di ladri sprovveduti che, viaggiando senza sapere della presenza del device sull’auto rubata, sono stati individuati semplicemente seguendo i loro accessi autostradali.

Le auto a guida autonoma possono procedere senza l’intervento del conducente proprio grazie alle informazioni che i veicoli si scambiano tra loro, sulle condizioni della strada e del traffico . In questo contesto, sempre maggiore attenzione è rivolta alla sicurezza e alla protezione dei dati degli automobilisti, centrali nello sviluppo che il settore avrà nei prossimi anni e che attualmente alimentano un acceso confronto anche giuridico. La questione è complicata dall’eterogeneità dei dati raccolti dalle auto più innovative, come ha sottolineato la Fia, la Federazione Internazionale dell’Automobile: «I dati dei veicoli non includono solo dati operativi (velocità, posizione, manutenzione, chilometraggio, livelli olio…), ma anche dati sul comportamento del conducente, quali stile di guida o distanze percorse, e persino dettagli personali, come norme, recapiti e dati finanziari condivisi con il sistema operativo del veicolo». Per questa ragione, la Fia ha richiesto una normativa urgente per i veicoli connessi , in modo da sancire dei principi fondamentali quali la libertà di scelta, la protezione e sicurezza dei dati. Insomma, in modo da sapere esattamente a chi stiamo aprendo la portiera della nostra auto.

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