#DIRITTODICRITICA: «Pretty Woman, il Musical», le recensioni degli studenti - La Provincia

2023-02-22 18:19:09 By : Mr. Jason He

I 75 ANNI DE «LA PROVINCIA»

CREMONA - Nuovo appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Si prosegue con «Pretty Woman, il Musical»: leggi le recensioni qui sotto.

Il 7 febbraio al Teatro Ponchielli di Cremona è stato rappresentato il musical Pretty Woman. Lo spettacolo, con la medesima trama del omonimo film, enfatizza oltre che le voci cantanti gli atteggiamenti degli attori. I protagonisti della storia sono Edward, interpretato da Thomas Santu, e Vivian, interpretata da Beatrice Baldaccini. La famosa storia d’amore tra un ricco uomo d’affari e una giovane prostituta, sboccia a Beverly Hills, dove Edward si trovava per concludere un affare. Per puro caso i due si incontrano ed entrambi inizialmente vogliono passare una notte insieme,; in realtà Vivian ed Edward trascorrono un’intera settima l’uno a fianco dell’altra. La giovane ragazza entusiasmata per i lussuosi luoghi che frequenta rassicura l’amica Kit di ottenere abbastanza denaro da cambiare vita. Vivian in questi giorni matura e impara la compostezza e rigorosità della bella vita. Aiutata dal direttore dell’albergo, Mr. Thompson, e dalla sua intraprendenza riesce ad abbattere dei forti pregiudizi sociali, rivelandosi una brava donna, intelligente e astuta. Alla fine della settimana Vivian ed Edward devono separarsi ma questa lontananza dura ben poco perché entrambi si rendono conto dell’amore che li unisce. Lo spettacolo molto coinvolgente e movimentato mantiene lo spettatore attento, grazie anche alle eccezionali voci degli attori, che con cambi di intonazione rendono viva la scena. Lo sfondo delle scene è ben organizzato grazie ad una struttura mobile a due piani che svolge diverse funzioni albergo, negozio, sala da ballo e adattata ad ogni contesto. I costumi semplici e perfettamente contestualizzati risultano d’impatto solo se necessario. Il messaggio morale dello spettacolo riguarda i sogni, essi guardano oltre l’ego e le condizioni sociali di una persona. I sogni ci accomunano e permettono d’avere un obbiettivo per cui lottare e spesso andare contro corrente, esporsi a rischi, con il coraggio di scegliere la vita che vogliamo vivere in prima persona. Nel racconto Happy Man e i suoi seguaci ci aiutano a capire questo concetto con movimenti bruschi e canzoni che urlano intraprendenza. Vivian è una donna forte che ci insegna di non arrenderci alla vita ma di muoverci per crearne una nostra.

Pretty Woman è sempre un successo: come il film ha segnato gli anni ‘90 , l’omonimo musical che è andato in scena martedì e mercoledì al teatro Ponchielli di Cremona ha regalato al pubblico una piacevolissima serata fatta di emozioni, canzoni e anche un pizzico di ironia. Scritto da Garry Marshall e J.F. Lowton, regista e sceneggiatore del film, prodotto dalla Stage Entertainment, può vantare un cast di eccezione con musiche e testi di Bryan Adams e Jim Vallance, adattate da Franco Travaglio e con la coreografia di Denise Holland Bethke. Lo spettacolo ripercorre fedelmente la storia di Vivian e Edward, interpretati da Beatrice Baldaccini e Thomas Santu, che si esibiscono magistralmente come cantanti, ballerini e attori, senza far mai rimpiangere Julia Roberts e Richard Gere, accompagnati dell’orchestra dal vivo diretta da Andrea Calandrini e dalle scenografie di Carla Janssen Hofelt che trasforma il teatro in Beverly Hills e sostituisce la Limousine di Edward con un esilarante carrello della spesa. Dopo un’iniziale frequentazione di affari i due, provenienti da mondi diversi, si scoprono innamorati e insieme trascorrono momenti magici come quello dell’opera, uno spettacolo nello spettacolo. Cristian Ruiz nel ruolo di Happy Man è il narratore che invita a credere nei propri sogni, a non arrendersi, a continuare a lottare ma è anche il direttore dell’hotel, Mr. Thompson, che per primo riesce ad andare al di là delle apparenze e dei pregiudizi e Mr. Hollister, il proprietario del negozio di alta moda. Vivian non si accontenta, vuole di più, vuole la favola: il compromesso che ne caratterizza la vita reale non ha intaccato la sua integrità morale, anzi l’ha resa una donna ancora più forte, consapevole e determinata a raggiungere i propri obiettivi e a inseguire i propri sogni. Come Cenerentola anche Vivian ha il suo lieto fine e con lei gli spettatori, ai quali restano nel cuore un briciolo di speranza e di leggerezza e nella mente il ritornello e l’energia regalata dalla canzone di chiusura: finalmente “Pretty Woman”.

Una scenografica mozzafiato, un effetto di luci molto curato e un ensemble formato da 20 attori, che in più di due ore sono riusciti a portare in scena il musical “Pretty Woman”, basato sull’omonimo film di Garry Marshall & J.F. Lawton, che ha richiamato un grandissimo pubblico al teatro Amilcare Ponchielli di Cremona, realizzando il tutto esaurito e aprendo nel migliore dei modi la stagione del teatro. Sul palco i bravissimi attori Beatrice Baldaccini e Thomas Santu, nei panni rispettivamente di Vivian Ward ed Edward Lewis; due protagonisti molto diversi tra di loro: lei è una giovane ragazza che per riuscire a pagarsi l’affitto si dà alla prostituzione; mentre lui è un ricco imprenditore dedito solo al lavoro. L’uomo, dovendo fare colpo con il capo di una grossa compagnia marittima che lui stesso vuole acquistare, ha bisogno di una compagnia e quindi la ragazza, non pensandoci due volte, si rende disponibile per l’ingaggio, ma alla fine della settimana, questo incontro si trasformerà in un amore per tutta la vita. Grazie a questo amore i due protagonisti cambieranno la loro idea della vita per poter stare insieme. La struttura scenografica sul palco è unica per tutta la durata dello spettacolo e muta per creare scene diverse. Un’idea furba e intelligente che ha permesso cambi di scena nel divenire dello spettacolo. Attori molto bravi e coinvolgenti. Canzoni create apposta per il musical, che potevano risultare più o meno gradite per il pubblico in sala che, tuttavia, in alcuni momenti si è lasciato coinvolgere tenendo il tempo battendo le mani. Importanti e significative sono anche le frasi d’effetto dette da Vivian, che riesce a trovare la forza in sè stessa e che osa scegliere ciò in cui credere fermamente, come “Sono così stanca di lasciare che tutti, tranne me, definiscano il valore di una donna”, “Io valgo”, e “Voglio una favola”. Pretty Woman ha saputo coinvolgere spettatori di tutte le età: dall’adulto, che sicuramente negli anni ‘90 aveva visto il film con Julia Roberts, ai giovani che come me non conoscevano la storia.

Volo via da qui. Non tornerò. Espressioni che chiudono in un cerchio perfetto il crescendo di sensazioni suscitate dal musical di impatto globale Pretty Woman, messo in scena in un doppio appuntamento nelle serate di martedì e mercoledì 7 e 8 febbraio al Teatro Ponchielli. Un connubio di musica, danza e puro spettacolo è quello a cui ha assistito il pubblico cremonese, interfacciandosi con uno show di fama mondiale ma in grado di trasmettere differenti sfumature di ironia. Ilarità e riflessione sono dunque perfettamente amalgamate dalla regia di Carline Brouwer, che intreccia il destino di Vivian, a cui ha dato vita la coloratissima voce di Beatrice Baldaccini, a quello di Edward, animato da Thomas Santu. Tra le fila di una trama già nota al pubblico abituato al grande schermo, si instilla una riflessione dal significato sempre più ampio, un racconto di riscatto sociale, di emarginazione e di pura resilienza, veicolata dall’idillio di una storia d’amore. Vivian, condotta dalla vita alla professione di squillo, ma che con estrema leggerezza e purezza d’animo si affaccia a quella stessa vita, vuole la favola, brama una nuova dimensione, una nuova occasione, sogna di volare su un nuovo futuro. Si assiste allora ad una vera e propria evoluzione del personaggio e delle emozioni destate nello spettatore, di pari passo con le scintillanti esibizioni corali, che non solo distruggono la quarta parete, ma permettono alle parole cantate di riecheggiare nella mente attenta dell’osservatore, fissando la scena e costruendo una scala verso la risoluzione finale. Ed è solo al termine, dunque, che si è in grado di comprendere pienamente quanto lo sviluppo della narrazione non si limiti all’affrancamento della protagonista, ma come coinvolga lo stesso risoluto, fermo e realizzato Edward, che vede tentennare le proprie certezze, travolto dalla figura della ragazza ed incluso nello stesso turbinio in cui è avvolto lo spettatore. Un sinergico vortice di musica e applausi è il risultato di uno spettacolo esaltato da una sceneggiatura caleidoscopica, in grado di adattarsi ad ogni situazione nei colori e nelle forme, accompagnando sullo sfondo e parallelamente le vicende, conducendo ad un finale in cui pubblico e scena non si distinguono più.

Neppure la gelida sera di mercoledì 8 febbraio ha potuto trattenere in casa il pubblico del Teatro Ponchielli che ha occupato tutti i posti disponibili in occasione della rappresentazione del musical “Pretty Woman”: secondo di due appuntamenti serali, in due giorni consecutivi, che ripropongono la storia dell’omonimo e famoso film con Julia Roberts e Richard Gere. Canto, coreografie di danza e musica pop fanno da sfondo alle travagliate vicende di una prostituta, Vivian, (la lucchese Beatrice Baldaccini) che dopo una notte con il ricco ed attraente Edward (Thomas Santu) viene ingaggiata dall’uomo come sua compagna per una settimana, in quello che diventerà un tormentato amore. Dopo un inizio tentennante che lascia il pubblico meno studiato confuso di fronte ad un’enigmatica Hollywood Boulevard, man mano che le vicende evolvono, l’atmosfera vitale, i brani ritmati e i costumi dai colori sgargianti contribuiscono a far inquadrare lo spettacolo e a mantener vivo l’interesse del pubblico. La regia di Carline Brouwer e Chiara Noschese dà alla scenografia uno sfondo uguale, che varia in qualche dettaglio e secondo giochi di luce ben sfruttati, che rispecchiano l’emotività di ogni situazione: una trovata comprensibile per cambi di scena più rapidi, ma che non garantisce alle diverse ambientazioni una chiara soluzione di continuità. Molto apprezzata è la danza: le coreografie di Denise Holland Bethke non mancano di trovate geniali, quali la spaccata del cameriere Giulio (Pietro Mattarelli), che durante un ballo riceve un applauso a scena aperta; ma anche il canto, sempre energico e pulito, anche se a tratti un po’ripetitivo. Riuscita appieno è la parodia de La Traviata, presente anche nel film del 1990, del quale il musical porta in scena alcuni sketch iconici, che, benché non impeccabile dal punto di vista tecnico, stabilisce un rapporto, anche per i costumi, fra le due coppie: Violetta e Alfredo, Vivian e Edward. Il coinvolgimento massimo si raggiunge quando il pubblico in visibilio si alza, batte le mani a tempo e canta. Il coronamento per una rappresentazione che, pur non essendo perfetta stilisticamente, si aggiudica un posto per diventare uno degli spettacoli più energici ed allegri dell’intera stagione.

Mercoledì 7 e giovedì 8 Febbbraio è andato in scena al teatro Ponchielli “Pretty Woman - Il Musical” tratto dal celebre film del 1990 con Richard Gere e Julia Roberts. Il musical teatrale mantiene  l’impianto narrativo del successo cinematografico (premiato nel 1991 con un Golden Globe per la migliore attrice) e ripercorre esattamente i momenti della famosa storia d’amore dei protagonisti grazie a Bryan Adams e Jim Vallance che hanno composto la musica e scritto i testi.  Il musical narra, quindi, della storia d’amore tra Edward Lewis, interpretato da Thomas Santu, e Vivian Ward, interpretata da Beatrice Baldaccini. I due sono un uomo ricco, un uomo d’affari e una giovane e bellissima prostituta; si conoscono per caso in una strada di Beverly Hills e dopo aver passato una notte insieme, Edward riesce a convincere la ragazza a passare una settimana con lui come sua compagna offrendole 3000 dollari. Così la relazione tra i due protagonisti da normale rapporto di affari diventa sempre più simile all’amore fino ad innamorarsi l’uno dell’altro. Con una band di sei elementi dal vivo e un coro di ben quindici cantori-ballerini hanno coinvolto il pubblico in un emozionante spettacolo mozzafiato trascinando la sala in un vortice di applausi culminati nel gran finale davvero stimolante che ha portato tutte le persone presenti a battere le mani a tempo sulle note della tanto attesa canzone di Roy Orbison “oh, Pretty Woman”. Lo spettacolo è bello e regala al pubblico momenti di romanticismo, allegria, tensione soprattutto grazie alla bravura degli attori nello stare sul palco recitando, cantando e ballando allo stesso tempo. Molto emozionato il pubblico, che fin da subito si è immedesimato in tutti i momenti della storia. Uno spettacolo incredibile adatto a tutti, sia bambini che adulti.

Sommerso di luci e colori, è andato in scena al teatro Ponchielli lo spettacolo "Pretty woman". Il film che ha lanciato, nel 1990, la carriera dell’allora 22enne Julia Roberts, è stato, infatti, riproposto nella veste di musical sotto la regia di Carline Brouwer e di Chiara Noschese. La messinscena si è rivelata un vero e proprio incastro di emozioni, caratterizzato dall’alternanza di momenti di ilarità e di altri meno divertenti. All’interno della Beverly Hills della fine degli anni ‘80, Vivian, una squillo, incontra per caso Edward. L’uomo la ingaggia come accompagnatrice per la settimana che trascorrerà in città in modo da avere un’avvenente donna al suo fianco senza alcuna coinvolgimento affettivo. Durante la loro settimana insieme, Vivian impara a godere dei lussi dell’alta società, mentre l’uomo, inizia a comprendere il valore della vita. Innamorandosi, ciascuno di loro aiuta l’altro a maturare e a raggiungere il massimo delle sue potenzialità. Pur se con un esordio non troppo coinvolgente, l'opera ha assunto un ritmo incalzante, suscitando le risate nel pubblico. Fin dalle prime scene, infatti, i ballerini e i cantanti che circondavano i protagonisti sono riusciti a conquistare gli spettatori attraverso atteggiamenti scherzosi e danze particolarmente vivaci. Uno dei personaggi più apprezzati è stato Giulio, interpretato da Pietro Mattarelli, che ha ricevuto ben due ovazioni nel bel mezzo della scena. La scenografia si è rivelata un’eccellente trovata, che ha permesso, anche durante l’azione, di modificare lo sfondo della vicenda velocemente ed in modo dinamico, senza chiudere il sipario. A parere di molti, una pecca da evidenziare è la pausa centrale, che, interrompendo le aspettative di divertimento ormai brillantemente avviate, ha riportato la platea allo stallo iniziale. Questo spettacolo è consigliabile ad un pubblico alla ricerca.

Il 7 febbraio al teatro Ponchielli è antato in scena imusical “Pretty woman”. Lo spettacolo era una trasposizione fedele dell’omonimo film del 1990, con Richard Gere e Julia Roberts nei rispettivi ruoli di Edward e Vivian. Thomas Santu e Beatrice Baldaccini, gli Edward e Vivian del musical, sono stati capaci direndere in modo eccellente l’essenza dei due personaggi: serio ed elegante lui, vivace ma d’impatto lei. Due vite opposte destinate ad una storia d’amore che ha entusiasmato il pubblico. Senza dimenticare Giulia Fabbri che, nella parte di Kit de Luca, è riuscita a coglierne l’essenza; e Cristian Ruiz di una bravura notevole nei panni di Happy man, Mr. Thompson e Hollister. L’entusiasmo si è potuto percepire fin dai primi secondi in cui è stata catturata l’attenzione del pubblico, e questo per l’intera durata del musical, La scenografia era impeccabile: ben studiata, è riuscita a rappresentare perfettamente prima le strade di Hollywood Boulevard e poi le camere del Regent Beverly Wilshire Hotel, modificando solamente pochi dettagli; molto azzecata è stata la figura di uno schermo ovale al centro della scena che cambiava immagine a seconda del luogo in cui si svolgevano gli avvenimenti. I cambi di scena e i momenti di interazione col pubblico sono stati tanto coinvolgenti quanto divertenti; ad ogni momento di comicità non poteva mancare una risata da parte degli spettatori, che non hanno esitato a battere le mani a tempo, sotto le note di “Oh, Pretty Woman”. Ogni attimo è stato sicuramente apprezzato, specialmente nella scena dove Edward porta Vivian a vedere la Traviata; sul palco vengono messi in scane i momenti più celebri dell’opera di Verdi, con Martina Peruzzi ad interpretare Violetta e Claudio Ferretti nel ruolo di Alfredo, ricreando il parallelismo tra le due coppie. Non solo, il musical è stato eccezionale nel trasmettere allegria ma non ha dimenticato il messaggio che voleva rivolgere al pubblico; la parola chiave era “sogno” ed è rimasta ben impressa nell’aria mentre si assisteva alla determinazione del voler cambiar vita di Vivian e allo scoprire il sogno di Kit. Inoltre si è percepito chiaramente un encomio alla libertà contro i pregiudizi. Non mi stupisce il successo meritato che ha avuto.

Mercoledì sera è andato in scena presso il teatro Ponchielli “Pretty woman il musical”, portando con sé una vampata di allegria e di piacere. Eccezionale è stata la performance, in cui momenti di tensione e serietà si sono spesso intrecciati e sovrapposti a sprazzi di comicità. Dominante è stata la voce dei protagonisti Beatrice Baldaccini e Thomas Santu, rispettivamente nei panni di Vivienne Ward e di Edward Lewis, che hanno saputo trasmettere stupore e brividi, insieme al resto della compagnia, grazie alla coesistenza di doti canore esemplari e discreti passi di danza. “Pretty woman il musical” non è soltanto la solita e stereotipata storia d’amore, costituita da un susseguirsi di banalità ormai presenti in ogni innamoramento oggetto di rappresentazione teatrale e cinematografica. Il musical offre anche uno spunto per riflettere sul futuro, sulle possibilità, sui sogni. La storia della protagonista Vivienne Ward ci insegna infatti che non solo risulta essenziale vivere con almeno un sogno nel cassetto, ma ancora più importante è crederci, qualsiasi esso sia, qualsiasi sacrificio esso comporti. Anche il più assurdo e improbabile sogno è valido poiché ci rappresenta, ci guida in questa vita in cui non possiamo rinunciare a credere in noi stessi e nel nostro potenziale, ci direziona, proprio come una bussola che invece di puntare verso il Nord si rivolge alla S di Sogni. Risulta, quindi, che qualsiasi azione, parola, gesto, è soggetto ai sogni, e persino l’amore, che fa tanto da protagonista nella vicenda, è sottomesso ai desideri. Ecco dunque che il musical ci regala un’atmosfera in cui possiamo ammirare l’innamoramento perfetto, utopico, fiabesco, ma anche soffermarci su quelle sottigliezze e aspetti che probabilmente stanno a fondamento dell’intera opera e ci coinvolgono ancora di più grazie alla loro eterna attualità: i sogni.

Prelevare dall’eredità degli anni 90’ un film cult, la cui storia è ormai cosa nota e universalmente riconosciuta e farne un musical non può che andare a finire in due modi: o con la sua totale storpiatura, oppure con un adattamento che rasenta il capolavoro. Per quanto mi riguarda l’intera performance di “Pretty Woman, Il musical”, con la regia di Carline Brower, non ha avuto nulla da invidiare alla pluripremiata pellicola con Julia Roberts. La sera di mercoledì 8 febbraio al Ponchielli la piccola Cremona si è trasformata per qualche ora in una seconda Broadway, effetto rafforzato anche dalla grandissima affluenza, esemplificativa di quanto questa storia sia amata. È un racconto che fa da ponte tra generazioni e, come mia madre si è emozionata per quella cassetta logora da tante volte è stata vista, così il cast è riuscito da quel palco a far commuovere me e numerosi altri spettatori. La trama è apparentemente banale, leggera e persino quasi sciocca agli occhi di chi è abituato a spettacoli considerati di maggior levatura. Non presenta, infatti, alti riferimenti e monologhi astrusi; è una storia d’amore, tra due persone, Vivian ed E nate in contesti sociali antitetici, con opposti modi di vedere la vita, ma nei quali entrambi ritrovano il tassello che manca per raggiungere la felicità. È una favola che si realizza, cosa che può far storcere il naso a molti, ma se, come insegna lo spettacolo stesso, si ha il coraggio di spogliarsi anche solo un attimo dei pregiudizi, sbirciando oltre si possono fare scoperte sorprendenti. L’adattamento a musical è stato portato avanti in maniera ineccepibile, riuscendo a convogliare perfettamente lo spirito e le scene iconiche del film originale, senza snaturarlo, con l’aggiunta di elementi originali e freschi. Le musiche eseguite dall’orchestra dal vivo, tra cui l’indimenticabile “Oh pretty woman” che non vi tratterete dal cantare a squarciagola, l’ambientazione evocativa resa dalla scenografia, i costumi e le coreografie rendono ancora più piacevole l’immergersi in questo mondo in cui i sogni possono diventare realtà. In un’epoca in cui l’andare a teatro viene spesso visto come qualcosa di impegnato, sono spettacoli come “Pretty Woman” che ci ricordano quale dovrebbe essere il fine ultimo, far sognare lo spettatore, raggiungendo una momentanea catarsi dalle pressioni della vita vera e, perché no, dalle commesse snob.

Il teatro Amilcare Ponchielli, martedì 7 e mercoledì 8 febbraio, ha ospitato Pretty Woman, l’intramontabile commedia romantica del 1990 con Richard Gere e Julia Roberts. Basato sul film della Touchstone Pictures, il musical tratta della storia di Edward Lewis, un uomo ricco e affascinante, che, giunto a Beverly Hills per affari, incontra casualmente Vivian Ward, una giovane ragazza con una vita dura con poche possibilità. I due protagonisti passano una notte insieme, ma Edward, attratto da lei per la sua simpatia e per la sua bellezza, la ingaggia per una settimana come sua compagna, offrendole in cambio 3000 dollari. Ed è così che, da un rapporto basato solo sugli affari, i due protagonisti si innamorano l’uno dell’altra, nonostante siano molto diversi, e di questo ne è testimone Kit, la migliore amica di Vivian. Scritto da Garry Marshall e J.F. Lawton, e diretto da Carline Brouwer, il musical è stato adattato, con testo e liriche tradotti in italiano, da Franco Travaglio che, attenendosi alla tematica principale, ha saputo affiancare alcuni temi attuali come la dignità femminile, il superamento dei pregiudizi, dello status sociale e dell’ego e l’importanza di avere dei sogni. Assistere a questo spettacolo, dunque, non ha rappresentato solo un momento di ritrovo o di svago, ma anche di riflessione verso alcuni messaggi che il musical ha voluto dare al pubblico: primo fra tutti quello di aprire gli occhi alle opportunità e saper prendere nuove scelte e decisioni. Il pubblico si è dimostrato interessato a queste tematiche a ha molto apprezzato il modo in cui sono state messe in scena dai protagonisti Beatrice Baldaccini (Vivian) e Thomas Santu (Edward), che sono stati travolti da applausi e risate nei momenti più comici, soprattutto alla fine dello spettacolo con il tanto atteso brano “Oh, Pretty Woman”, durante il quale gli spettatori hanno battuto le mani a ritmo di musica. Uno spettacolo nel complesso molto coinvolgente e adatto a tutte le età, dai bambini agli adulti, che riesce a far provare emozioni forti a tutti coloro che assistono.

Tutti abbiamo bisogno di un sogno. Questo è il messaggio che lancia Happy Man alla fine di Pretty Woman Il Musical, che ha aperto la stagione di prosa al Ponchielli. Il narratore invita il pubblico a non accontentarsi, a mantenere vivo il fuoco nel cuore; invito accolto con entusiasmo da una platea da tutto esaurito per entrambe le serate in cartellone. Scritto da Garry Marshall e Jonathan F. Lawton, regista e sceneggiatore dell’omonima pellicola degli anni Novanta, il musical non tradisce il film cult. A Beverly Hills, Vivian, una giovane prostituta, incontra per caso Edward, ricco uomo d’affari; dopo una notte insieme, lui la assume come compagna per una settimana. I due provengono da due mondi diversi e il finale sembra scontato, ma, da quello che inizia come un rapporto d’affari, nasce una storia d’amore. Edward e Vivian ritrovano i loro sogni: lui rinuncia a distruggere società in crisi per tornare a costruire qualcosa, lei non si accontenta più di una vita agiata, “vuole la favola”, con tanto di principe azzurro. Accanto alla tematica sentimentale, la regia, tutta al femminile, di Carline Brouwer e Chiara Noschese sottolinea con complicità la rivalsa della donna, non solo di Vivian, ma anche di Kit, la sua compagna di marciapiede, che riesce a realizzare il sogno di entrare in polizia. Memorabile la scena in cui le due ragazze ballano e cantano in perfetta sincronia. Non sempre, invece, sembrano in sintonia i due interpreti protagonisti, Beatrice Baldaccini e Thomas Santu: lei talvolta un po’ eccessiva, lui un po’ trattenuto. Entrambi, comunque, applauditissimi per la splendida vocalità. Coinvolgenti le liriche di Bryan Adams e Jim Wallance, suonate da un’orchestra, anche se non dal vivo; d’effetto l’impasto musicale tra le note de “La Traviata” e quelle del musical. Sui costumi si poteva osare di più: troppo di cinematografica memoria quelli di Vivian, sia in minigonna che in abito rosso da sera. Degni di lode i cambi scena, fluidi, grazie all’impalcatura mutifunzione ideata da Carla Janseen, e addirittura piacevoli, sottolineati dai passi di danza dei camerieri dell’albergo; tra questi, da segnalare il personaggio di Giulio, interpretato da Pietro Mattarelli, che riesce a strappare più di una risata al pubblico, pur dimostrando di ben conoscere l’arte coreutica. Da non perdere, un bel mix di romanticismo, sogno ed energia.

#DIRITTODICRITICA: «Pretty Woman, il Musical», vota l'autore della recensione migliore Nuovo appuntamento al Ponchielli con lo spettacolo teatrale che ha avuto il maggior successo al botteghino in Italia nel corso del 2021. Vota la recensione migiore

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