Che cosa si può ereditare?

2023-02-22 18:34:52 By : Ms. Peng Sunny

Beni ma anche diritti, rapporti pendenti, debiti e crediti. Perfino una pistola o un machete (ma non il porto d’armi). Ecco cosa rientra nella successione.

Quando una persona muore, il suo erede prende possesso del suo patrimonio fatto di beni, crediti, debiti e diritti. Subentra, insomma, in tutti i suoi rapporti giuridici. Come si traduce questo principio nella pratica? Che cosa si può ereditare e che cosa, invece, il defunto si porta per sempre nella tomba?

Vanno ricordate alcune cose, prima di vedere nel dettaglio che cosa si può ereditare. Innanzitutto, il fatto che la successione si apre al momento del decesso del parente e nel luogo del suo ultimo domicilio. Il decesso deve essere denunciato all’ufficiale di stato civile, il quale provvede alla compilazione dell’atto di morte e alla relativa iscrizione nei registri dello stato civile.

L’accertamento del momento della morte è fondamentale per sapere:

Per quanto riguarda il luogo in cui avviene il decesso, che è quello in cui avviene l’apertura della successione è importante determinarlo per individuare:

Vediamo ora che cosa si può ereditare.

Fanno parte del patrimonio del defunto non solo le cose materiali ma anche altre che non si possono toccare con mano ed altrettanto importanti, se non in certi casi di più.

Sono, ad esempio, trasmissibili (e, pertanto, si possono ereditare) i seguenti diritti:

Nel caso dei diritti in via di formazione, occorre accertare di volta in volta gli effetti che produce su di loro la morte del titolare. Per fare qualche esempio, cadono determinate proposte tranne quella irrevocabile, quella fatta da un imprenditore se ricorrono certi presupposti, o l’opzione. Si può, invece, ereditare il potere di ratificare il contratto concluso in suo nome dal rappresentante senza potere.

Non sono trasmissibili, invece (e, pertanto non si possono ereditare) i seguenti diritti o rapporti:

I debiti contratti e non ancora saldati dal defunto vengono trasferiti agli eredi sia per quanto riguarda la somma capitale sia per gli interessi che continuano a maturare anche dopo il decesso.

Rientrano nella categoria dei debiti ereditari, ad esempio, le spese condominiali maturate, i finanziamenti e i mutui stipulati in vita dal defunto.

I debiti si trasmettono automaticamente agli eredi per legge o testamento in proporzione delle rispettive quote ereditarie, a meno che il defunto abbia disposto diversamente. Significa che in un eventuale giudizio avviato per il pagamento dei debiti, il coerede deve obbligatoriamente indicare al creditore la sua condizione di coobbligato passivo, entro i limiti della propria quota. Se non lo fa, il creditore può costringerlo a pagare l’intero debito. Poi, semmai, sarà il coerede a fare i conti con tutti gli altri.

Si può ereditare anche la fideiussione. Gli eredi possono recedervi solo nei modi in cui il diritto di recesso avrebbe potuto essere esercitato dal defunto.

Discorso diverso per quanto riguarda i crediti ereditari: non si dividono tra i coeredi ma entrano a far parte della comunione ereditaria.

Oltre ai diritti e ai debiti, si possono ereditare i rapporti pendenti del defunto con società o con enti.

Tra i rapporti pendenti che si possono ereditare spicca il conto corrente in banca. Ci sono diverse possibilità. La prima, che il conto sia intestato solo al defunto. In questo caso, gli eredi devono comunicare all’istituto di credito con lettera raccomandata a/r o di persona l’avvenuta morte, fornendo il relativo certificato. Ciò per poter anche sapere se ad esempio ci sono libretti di risparmio, depositi di somme, custodia di titoli, ecc.

Gli eredi hanno, inoltre, l’obbligo di riconsegnare alla banca gli assegni non utilizzati, Bancomat, carta di credito e quant’altro. Se tali documenti non sono ritrovati, bisogna fare subito la denuncia di smarrimento e la banca blocca il conto.

Gli eredi acquistano la disponibilità del conto corrente solo dopo aver concluso tutta la pratica di successione ed aver esibito alla banca una copia della dichiarazione di successione. La cifra esistente sul conto o sul libretto di risparmio al momento del decesso deve essere inserita all’interno della dichiarazione di successione.

La seconda ipotesi è quella del conto corrente cointestato. E anche qui ci sono due casi:

Se dopo la morte arrivano dei bonifici a favore del defunto, la banca lascia la somma a disposizione del patrimonio ereditario e poi si stabilisce se le cifre si debbano aggiungere o meno alla massa ereditaria.

Gli assegni emessi dal defunto vengono pagati dalla banca e addebitati sul conto.

La cassetta di sicurezza intestata al defunto non può essere aperta se non con il consenso di tutti gli eredi legittimi. Il contenuto rientra nella massa ereditaria. L’apertura deve avvenire alla presenza di un notaio o di un funzionario dell’amministrazione finanziaria che redige l’inventario del contenuto.

Per ciò che concerne i prodotti di risparmio e di investimento:

Un altro dei rapporti pendenti del defunto che si possono ereditare è quello che riguarda il contratto di affitto della casa. Se muore l’inquilino, gli succedono nel contratto il coniuge, la parte dell’unione civile, gli eredi e i parenti e affini con lui abitualmente conviventi o il convivente di fatto per la casa di comune residenza.

In caso di separazione giudiziale o di divorzio, nel contratto di locazione succede all’inquilino l’altro coniuge o ex coniuge, se il diritto di abitare nella casa familiare è stato attribuito dal giudice a quest’ultimo.

Gli eredi subentrano nel contratto anche se l’immobile è affittato ad uso non abitativo (uno studio professionale, un negozio, un’attività artigiana, ecc.). Gli eredi, però, non sono obbligati a continuare l’attività o ad esercitare la stessa attività dell’inquilino deceduto.

Nel caso in cui il defunto avesse una licenza di porto d’armi e detenesse qualche arma da fuoco o bianca, l’erede deve presentare immediatamente denuncia alla Questura o al commissariato di Polizia competente per territorio oppure, in mancanza, alla stazione dei Carabinieri più vicina. Ciò perché non si può ereditare il porto d’armi, per cui scatterebbe la detenzione abusiva. La denuncia va fatta entro 72 ore dal momento in cui l‘erede entra in possesso dell’arma.

Spetterà all’erede decidere se tenere l‘arma in custodia, previo rilascio di regolare licenza, oppure consegnarla alle forze dell’ordine facendosi autorizzare il trasporto fino al commissariato o alla caserma.

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