Gianfranco Lotti: una borsa a rialzo

2023-02-22 18:43:16 By : Ms. YAN WANG

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Entrando nella fabbrica di Gianfranco Lotti, quello delle borse con la toppa della porta (come si dice in Toscana), si ha subito una sensazione di entrare in un ambiente accogliente e familiare, nonostante ci si trovi in una vera e propria manifattura, nel mezzo della campagna fiorentina di Scandicci. Colpisce subito la «scatola dei suggerimenti» appoggiata su un tavolo su per le scale, una sorta di salvadanaio creato per raccogliere qualsiasi tipo di segnalazione e magari anche qualche rimostranza da parte del personale.

Il «padrone» quindi ha orecchie per sentire e, si presume, cuore per condividere tutto con i suoi dipendenti. E questo nonostante non sia più un uomo solo o la sua famiglia, ma una società. Il Lotti, un brillante signore sulla settantina, ha infatti venduto un paio di anni fa la proprietà ad Halden, un fondo tedesco che per policy non si impegna mai contemporaneamente in più marchi di moda per evitare conflitti di interesse interni e garantisce una continuità di investimento di almeno dieci anni sulle sue acquisizioni. È lo stesso Lotti che, dopo averci raccontato la sua storia, ci spiega tutti i passaggi della manifattura: totalmente made in Italy anche grazie all'appoggio su laboratori esterni, ma di proprietà. Gianfranco non era figlio di artigiani pellettieri, ma di un capo cantiniere dell'Hotel Excelsior e, come molti giovani, aveva avvicinato una delle tre professioni che andavano per la maggiore negli anni '60: il meccanico (per il boom automobistico), l'orefice o il pellettiere. Si rese subito conto che non sarebbe riuscito a convivere a lungo con le unghie sporche di grasso di motore e quindi cambiò direzione per dedicarsi alla pelletteria. Incontrò colui che definisce il suo maestro, Elpirio Brilli, che lo aiutò molto nel lavoro per conto terzi e nella gestione iniziale delle piccola impresa che aveva fondato e che sfortunatamente «affondò» sotto l'alluvione del 1968, quando aveva già avviato una importante produzione di cinture (quelle con la fibbia reversibile). Nel 1974 cominciò la produzione della propria linea che esportò in Giappone e negli Stati Uniti, mercati in cui si poteva vendere a dei prezzi di un certo livello. Già allora quindi queste borse si collocavano in una fascia di prezzo alta dovuta all'artigianalità e alla qualità dei pellami ricercati, capisaldi anche oggi del marchio, che ha trovato nel Salon privé, inaugurato lo scorso 4 novembre in un lussuoso appartamento-show room di via de' Tornabuoni a Firenze, il massimo della sua espressione. Qui il cliente potrà crearsi il suo «One piece only», partendo dal disegno per poi scegliere le pelli, la forma e i colori delle rifiniture, sempre nel rispetto dei canoni distintivi del marchio. Immancabile quindi il famoso buco della serratura. Tempi di attesa 3 mesi circa. Costo dell'operazione, a seconda dei materiali dai 4.000 ai 30.000 euro. Come quella di Madalina Ghenea ospite all'apertura del Salon Privé e prima cliente onoraria invitata a crearsi il suo One piece Only. «Volevo una borsa che mi permettesse di viaggiare e stare fuori dalla mattina alla sera, come faccio io: grande e multiuso» afferma compiaciuta la splendida attrice. Ecco quindi una grande shopping in coccodrillo, con una tasca applicata esternamente e staccabile che diventa una clutch da sera. Con tanto di serratura impreziosita di strass.

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