Castello Sforzesco, il restyling della piazza svela le antiche mura: «Ma non c’è nessuna tutela archeologica» | Corriere.it

2023-02-22 18:04:51 By : Ms. Nancy Yao

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Gli scavi per la piantumazione di alberi hanno riportato alla luce i bastioni rinascimentali. Lo speleologo: «Le ruspe li hanno danneggiati. Sotto terra c'è un patrimonio storico». E c'è chi propone di candidare il Castello all'Unesco 

I baluardi rinascimentali riaffiorati durante gli scavi in piazza Castello

Ciò che non ha distrutto Napoleone Bonaparte è stato attaccato dalle ruspe. Il campo di «battaglia» è piazza Castello, dove a luglio 2021 sono iniziati i lavori di restyling con scavi che hanno riscoperto le bastionature, porzioni di baluardi e mezzelune del ’500, ovvero le mura rinascimentali della Cittadella che fino al 1800 hanno racchiuso, proteggendolo, il Castello eretto da Francesco Sforza sulla medievale fortezza viscontea. Opere difensive che l’imperatore francese cimò dopo la conquista del ducato milanese. 

«In pratica le pareggiò alla campagna circostante ma senza minarle alle fondamenta — illustra Gianluca Padovan, speleologo e studioso del Castello Sforzesco —. Le parti salve, poi, sono state seppellite da terreni e strade: si tratta di un patrimonio custodito mezzo metro sotto i nostri piedi ma di cui molti milanesi ignorano l’esistenza. Di certo ne erano consapevoli funzionari comunali e Soprintendenza, che tuttavia hanno autorizzato i lavori e quindi gli scavi per la piantumazione di 186 alberi con il conseguente, prevedibile danneggiamento delle opere riemerse, peraltro ancora esposte alle intemperie quando la prassi archeologica ne prevede la copertura a fine giornata». 

Di fatto esiste una Milano «sotterranea» profonda almeno otto metri. Una storia che per la Giunta sembra morta e sepolta, «resuscitata» giocoforza per avviare il cantiere che stravolgerà piazza Castello e Foro Buonaparte, come annunciato dai cartelloni in via Beltrami: tremila metri quadrati di prato, 14 mila arbusti e fiori, 23 specie vegetali e, appunto, 186 alberi in maggior parte aceri. Un progetto firmato dall’architetto Emanuele Genuizzi, vincitore di un bando comunale da 12 milioni di euro. Archeologia e restyling: cosa vale di più? Gli appelli dello speleologo, che denuncia anche la rimozione di cespugli vecchi 50 anni, hanno finora prodotto un’interrogazione in Senato e, forse, un ridimensionamento del verde: «Un albero non può radicare in una fossa di 50 centimetri limitata dalle bastionature — continua Padovan —. A questo punto perché non valorizzare il patrimonio storico ricavando un parco archeologico? I baluardi sarebbero visitabili anche all’interno. Al Louvre di Parigi è stato fatto. Un altro esempio è la metropolitana di Napoli, la stazione di Toledo con i suoi reperti esposti. Ne beneficerebbe anche l’economia, penso a nuovi posti di lavoro». 

Il caso è stato esaminato dal consigliere comunale Francesco Rocca, (FdI), che nei giorni scorsi ha effettuato un sopralluogo documentando anche lo stato di degrado nell’area adiacente al parco Sempione: bivacchi, spaccio e scritte sui muri. Da qui la proposta: «Candidare il Castello Sforzesco a Patrimonio Unesco per averne maggiore cura e per rendere visitabile la parte sotterranea». Per la tutela dei bastioni, conclude Rocca, «presenterò una Domanda a risposta immediata da discutere con gli assessori competenti».

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